Sul rinnovo dei contratti non accetteremo offerte al ribasso
P.A.- Torluccio (UIL FPL): “Sul rinnovo dei contratti non accetteremo offerte al ribasso”
Roma 22 luglio 2015
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego, bloccati da 6 anni, il Governo dovrà incontrare le parti sociali ed avviare una seria contrattazione che non potrà essere certamente al ribasso.
Lo dichiara in una nota il Segretario Generale UIL FPL Giovanni Torluccio.
Speriamo vivamente che le tante indiscrezioni che stanno circolando in questi giorni sulla questione non corrispondano a verità. Pensare di stanziare cifre più basse rispetto a quelle necessarie per avviare il cantiere della contrattazione è impensabile; la sola idea di inserire la questione del bonus degli 80 euro di cui hanno beneficiato anche i dipendenti pubblici sarebbe immediatamente respinta. Siamo certi tuttavia che il Governo non arrivi a tanto, ben sapendo che nulla ha che fare con la contrattazione.
Ricordiamo che sono stati sottratti ben 35 mld di euro agli oltre 3 milioni di lavoratori pubblici per quanto riguarda il blocco dei contratti, ai quali si devono aggiungere altri 8,5 mld di euro derivati dal blocco del turn over.
La nostra posizione – prosegue Torluccio- è chiara: rinnovo dei contratti nazionali rivedendo le norme che li bloccano; rivisitare la legge Brunetta che ha notevolmente svilito la professionalità e il ruolo del dipendente pubblico con una serie di interventi fortemente penalizzanti, cui hanno fatto poi seguito ulteriori disposizioni (quali il blocco delle retribuzioni e dei contratti e la mobilità d’ufficio) fortemente demotivanti e lesive della dignità dei lavoratori delle amministrazioni pubbliche (Ricordiamo che la Uil Fpl ha raccolto oltre 100.000 firme che ci hanno permesso di presentare una proposta di legge nella quale si tentava di ripristinare il quadro normativo previgente alla riforma Brunetta); rivedere la legge delega di riforma della Pa, approvata nei giorni scorsi e tutti quegli interventi normativi invasivi della contrattazione ma sopratutto confusi, non coordinati e non efficaci rispetto al reale obiettivo di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.